Maggio 2, 2025

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Fare un viaggio, guardare un film, leggere una storia, perché?

Viaggiare è l’azione dello spostarsi da un luogo ad un altro. Viaggiare per conoscere nuove realtà, viaggiare per divertirsi, viaggiare inteso come pellegrinaggio, viaggiare per dimenticare, viaggiare per crescere. Non credo sia importante, alla fine qualcosa rimane. Fare un viaggio perché? Guardare un film, leggere una storia, perché? Perché la vita forse è altrove. Cerchiamo una vita altrove. Liberazione di una, due ore, un giorno, un mese, sempre. E dove lo troviamo questo altrove? In base alle possibilità, alle capacità al superamento dei propri limiti. Ognuno di noi ha un altrove diverso. E qui mi occupo prevalentemente di viaggi, letture, film ed eventi piccoli o grandi che siano. C’è luogo di partenza, uno di arrivo e il transito in mezzo ad esso. Un evento di movimento, un’azione nello spazio e nel tempo che ne condizionano modalità. Il viaggio può assumere significati diversi, metaforici, viaggiare con la mente. Rapporti di forza tra aspettativa e realtà.

Qui mi piace ricordare principalmente, viaggi che portano lontano il nostro corpo, che sono quelli che di gran lunga preferisco, Ci sono poi i viaggi con la mente guardando film o leggendo un libro. Intenzionalmente non è previsto un metodo. Il metodo prevede un’ossessione di base, un tentativo di costruire un personaggio.  Spesso il viaggio non è un evento casuale ma nasce da momenti di precarietà che coincidono con la percezione di sentirsi intrappolati in una realtà che non ci soddisfa. La foto raffigurante il viaggiare per conoscere nuove realtà di un pellegrino

Un viaggio può nascere da false illusioni

Può capitare che inizialmente quello che ci fa muovere sia dovuto a schemi mentali che generano false illusioni, ma queste aspettative anche se fasulle hanno un valore importante perché senza di esse sarebbe molto più difficile iniziare il viaggio. Il nuovo (a cui più o meno aneliamo tutti e la nostra energia ci porta) destabilizza i punti vecchi e ci fa entrare in contatto con realtà e persone differenti, genera il dubbio e mette in crisi il senso dell’orientamento. Alla fine del discorso, serve per capire i propri punti di forza e vulnerabilità. Capita un po’ come nel viaggio della vita, c’è chi la intende all inclusive trascorre il suo tempo all’interno di residenze e recinti  e si fa guidare da guide pastori a visitare vasti spazi in tempi stretti i luoghi assicurati e rassicuranti che nulla di estraneo debba succedere, e chi è più disposto ad uscire dai percorsi consueti e vedere la diversità. C’è chi si approccia al mai visto prima con l’intento principale del souvenir, oggetto che possa dimostrare per conoscenti ed amici, la  presenza in quel luogo. Non manca però chi vuole osservare i luoghi con occhi di chi li abita.

 Film o un libro possono trascinare in un altrove

Anche un film o un libro possono trascinare in un altrove pieno di fantasmi e fantasie. L’apertura di uno spazio momentaneo che ci concede di vedere prospettive diverse. evadere da problemi o situazioni sgradevoli, rifugiandosi nell’immaginazione, più che un escapismo vero e proprio diventa la premessa della ricerca di una realtà alternativa. Ovviamente, la durata per la maggior parte di persone questo processo è limitata a pochi momenti, per poi essere risucchiati nella quotidianità. Può essere però anche un input ad aggiungere qualcosa nella propria vita se non a modificare. Insomma anche qui come ho scritto prima riguardo al viaggio, anche se in maniera minore, si può cominciare ad innescare una riflessione per un cambiamento magari  inconsapevole. Certo che avere aspettative da un  film o  libro può tradursi nel semplice volo del tacchino, ma in alcuni casi lasciare nel nostro inconscio un seme positivo o qualcosa di negativo che permetta di definire meglio noi stessi.

A volte mi è parso di notare che questa ricerca di cose lontane sia dovuta ad una assenza di un insieme di valori che permetta alle persone di sentirsi parte di una collettività presente. Allora si va alla ricerca dello stupore che crea la novità, osservandola con invidia ma, in fin dei conti, senza entrarci stabilmente. Si diventa, quindi preda di una commercializzazione. Visto che si parla di viaggi e di conoscere nuovi ambienti, quando ci si muove, che sia alla sagra del paese distante 20 chilometri da casa o in qualche città europea, cosa c’è di autentico veramente e cosa è fatto in funzione commerciale e turistica? Certo magari la città è antica, il palcoscenico è datato, ma la rappresentazione è un po’ pacchiana. Non è sufficiente per tutti creare 2 o 3 officine che producono ciotole in terracotta, togliere la vecchia pompa di benzina in piazza, mettere uno scomodo  acciottolato, creare piatti tipici da gourmet per fare selfie in luoghi dove se si vuole guardare la tradizione, un po’ di cipolle e patate erano l’optimum tutto l’anno.

Commercializzazione  del turismo

Naturalmente la scelta di un luogo, di una lettura o film nasce da una aspettativa da parte mia, che più o meno casualmente trova informazioni. In  genere questo tipo di esperienze le vivo con una certa tranquillità, evitando gli obblighi del dover fare o seguire percorsi o orari predefiniti. Capita quindi che in alcuni luoghi o situazioni possa indugiare a lungo o, anche se un monumento è ultra-citato lo escluda di netto magari per sedermi e provare più piacere ad un tavolo di un bar guardando la gente che passa. In fondo che lo si voglia o no, le scelte nascono da un pregiudizio, questo perché non essendo onnipotenti non ci è concesso conoscere tutto a priori. E, alcune volte il pregiudizio che mi ha mosso l’ho trovato confermato, altre no. Non ci sono regole. Questo lo capisco soprattutto nel ricordo di luoghi o fatti visti nel passato. Certo, capita spesso di assistere ad una commercializzazione estrema del turismo nel nostro mondo occidentale che si guardi il paesino vicino casa nostra o si percorra il centro di Tallin. Si rispolverano tradizioni dubbie, si creano ad hoc, officine artigianali di ceramica o vendita di pietre sacre, musei inutili sulla banalità ( vero Lisbona? Miriade di musei inventati li per lì, poi quelli principali chiusi tre giorni per le festività natalizie), feste della coppa nobile e gonfalonieri del non so che. Sempre tutti a tavola con piatti unici, “come si mangiava  una volta” dicono., cose che a molti  antenati deve essere sfuggita o non me lo hanno mai raccontata. Musiche medievali che escono da osterie con tutti i confort (since…etc) servito da ragazzine in costume sottopagate (tanto per mantenere un po’ di coerenza con l’antico) Di sera, poi, dallo stesso locale si diffonde una musica di sax che ti fa entrare direttamente in un film di Woody Allen. Ovviamente e fortunatamente non è tutto così. Si incontra  gente che il divertimento lo fa per sé stessa senza tirarsela (primo presupposto per divertirsi veramente) e tu con serenità entri e lo condividi. Vedi periferie dove  gente con mentalità anche diversa da te si muove su un palcoscenico poco appariscente ma reale, non sono lì per stupirti in cambio di qualche euro.  E, è il tempo che onestamente fa da setaccio a tutto. I ricordi fanno buona cernita e tante cose rimangono senza discriminazioni culturali, ma solo emotive. Quindi gli esempi potrebbero tanti. Ma mi piace ricordare, accanto alla magnificenza della Tempio di San Sava a Belgrado o Puerta del Sol a Madrid,  tante cose che Lonely Planet non cita. Pensando a Dublino, per esempio, oltre alla imponenza della cattedrale di San Patrizio ricordo di un   tipo al quale avevano letteralmente spaccato la faccia e zuppo di sangue vagava in centro stordito. Noi,  a passo svelto passavamo accanto come se niente fosse. Oppure a Varsavia, dopo avere visitato monumenti di cui ora non ricordo il nome, mi ero seduto in un parco. Lì c’era una venditrice di aranciate. Era una ragazzina di 12 o 13 anni. Aveva un tavolino con sopra un grosso spremi agrumi e bicchieri di plastica, sotto c’erano le arance. Svelta le spremeva, riempiva il bicchiere e lo porgeva al cliente e incassava gli zlotek. E subito dopo riprendeva l’operazione. Ricordo ancora l’ingegno e la serietà con cui compiva queste semplici azioni . La dignità di chi non è ancora contaminato. Così va il mondo…

La foto raffigurante esempio di viaggio di agenzia

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